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La Chiesa di Santa Restituta

Fede, storia e archeologia di una delle chiese più bella dell’isola d’Ischia.

La storia di Lacco Ameno "gira" attorno alcuni grandi uomini e la devozione per Santa Restituta. Certo, Giorgio Buchner, il Cav. Angelo Rizzoli, il Duca Luigi Silvestro Camerini, senza dimenticare lo storico sindaco Vincenzo Mennella, sono persone alle quali questo piccolo comune a nord dell’isola d’Ischia deve molto, ma non si può sorvolare sul rapporto "speciale" che lega gli abitanti alla martire africana.

Un legame che risale addirittura al IV secolo quando, proprio dove ora c’è la chiesa, venne eretta una basilica paleocristiana dedicata alla santa venuta dalle coste della Tunisia. La leggenda dello sbarco di Santa Restituta nella baia di San Montano viene rievocata ogni anno, nel mese di maggio, durante i festeggiamenti in onore della compatrona dell’isola d’Ischia ed è celebrata anche ne "Il giglio di Santa Restituta" una delle più famose "Poesie d’Italia" di Alphonse De Lamartine, il poeta, scrittore e politico francese che soggiornò in diverse occasioni sulla Sentinella a Casamicciola Terme tra il 1820 e il 1844.


La chiesa, secondo molti, è la più bella dell’isola d’Ischia. Si trova in fondo al corso di Lacco Ameno, di fianco al municipio. La facciata esterna e il sagrato non rendono a dovere la bellezza degli interni. L’edificio è a pianta rettangolare, sormontato da un soffitto cassettonato appoggiato a 24 coppie di colonne e capitelli corinzi. Quattro finestre per lato danno luce all’unica navata, al punto che più di una recensione sul web consiglia, a ragione, di visitare la chiesa sul far della sera. L’effetto del generoso tramonto ischitano sull’ambiente e sugli arredi che lo decorano conferisce un’aura "mistica" che ben si sposa con la solennità del luogo.

La chiesa di Santa Restituta ha subito diversi interventi di restauro nel corso dei secoli. Gli ultimi tre sono quelli che ne delineano l’aspetto attuale. Il primo a seguito del terremoto di Casamicciola del 1883, quando su intervento diretto dell’allora Arcivescovo di Napoli, Cardinale Guglielmo Sanfelice, e di Mons. Gennaro Portanova, vescovo di Ischia, la volta venne interamente ricostruita con travi in legno in funzione antisismica, come si legge nell'incisione marmorea sulla destra appena dopo la soglia d'ingresso:

"Hoc templum V Kal. Aug. AN. R.S. MCDCCCLXXXIII terrae motu fere collapsum et collatitia totius orbis pecunia laxatis vetustae aedis spatiis e fundamentis instauratum Ianuarius Portanova, espiscupus benerementissimus canonicorum collegio clero et populo sancta laetitia gestientibus augustioribus caeremoniis dedicavit postr. kal. Iulii AN. MCDCCCLXXXVI."

Il secondo nel 1910 con il completamento della facciata; il terzo, nel 1951 quando su impulso dell’allora rettore della Chiesa, Pietro Monti, cominciarono i lavori di scavo che hanno portato poi alla luce un cimitero cristiano e innumerevoli reperti di epoca greco-romana.

Agli scavi si accede dal sagrato, mentre all’area museale (si accede) da un piccolo ingresso a destra del portale principale. Da questa entrata laterale si accede pure a una piccola cappella adiacente all’altare maggiore e alla sagrestia tappezzata di ex voto di fedeli.

La commistione museo-scavi è l’altro motivo di fascino della Chiesa di Santa Restituta
, luogo imperdibile per chiunque desideri approfondire la storia, la cultura e le tradizioni di Ischia, culla dell’Occidente e prima colonia della Magna Grecia.

 

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