Il mito fondativo dell’isola d’Ischia è quello del demone Tifeo. Il mostro, sconfitto da Zeus al termine di una durissima battaglia, fu relegato dal padre degli dei dell’Olimpo sotto un blocco di roccia: Ischia, appunto.
La leggenda, di cui tra l’altro esistono diverse versioni, è indicativa della necessità dei greci di dare una risposta al fenomeno del vulcanismo attraverso il ricorso al mito. Tifeo, che significa “fumo stupefacente”, altro non è che la rappresentazione allegorica delle forze vulcaniche e dei venti (tifoni).
Ischia, dal punto di vista geologico, è il prodotto di diverse eruzioni succedutesi nel corso di 150.000 anni. Secondo gli studi effettuati dall’INGV, l’eruzione più importante, quella che ha determinato poco più di un terzo della morfologia del territorio è quella del tufo verde del Monte Epomeo, avvenuta 55.000 anni fa. A questa hanno fatto seguito nei millenni (tra i 55.000 e i 33.000 anni) altre eruzioni sui versanti S-O e N-O dell’ isola, ed un’altra intensa eruzione su quello N-E (tra i 28.000 e i 10.000 anni). Del vulcanismo di età inferiore ai 10.000 anni va ricordata la colata dell’Arso nel 1302 nella parte orientale dell’isola.
Ischia appartiene, insieme con Vivara, Procida e Nisida, alle isole dei Campi Flegrei. Dista 18 miglia marine dalla città di Napoli ed è posta a nord dell’omonimo golfo.
Ha una superficie di circa 47 kmq ed una linea costiera di circa 36 km. Delle isole minori è seconda per estensione territoriale solo all’isola d’Elba, anche se è in assoluto la più popolosa (62.000 abitanti circa) dopo Sicilia e Sardegna.
Amministrativamente è divisa in sei comuni: Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano d’Ischia.